Nel seguente articolo approfondiremo il funzionamento dell’impianto di rivelazione fumi, e la sua rilevanza nei sistemi di prevenzione antincendio.
Abbiamo già avuto modo di sottolineare ampiamente l’importanza (nonché, in alcuni casi, l’obbligatorietà) di installare un sistema di prevenzione degli incendi in determinati ambienti, residenziali, commerciali o industriali.
L’incendio, infatti, è un’eventualità estremamente pericolosa e sempre possibile, perché può verificarsi in qualsiasi momento, indipendentemente dalle precauzioni adottate.
In questi casi il tempismo è tutto: la tardiva segnalazione aumenta la pericolosità dell’incendio, poiché ritarda l’evacuazione degli occupanti dall’ambiente interessato.
Questo è il motivo per cui l’installazione di un sistema antincendio con un impianto di rivelazione fumi è fondamentale per proteggere le persone e le proprietà.
Il fumo, una insidia nascosta
Il fumo raggiunge temperature di circa 600-700°C e rappresenta la principale causa di morte durante gli incendi, poiché ostruisce le vie respiratorie e causa intossicazioni.
Inoltre, le sue alte temperature lo rendono veloce e capace di diffondersi rapidamente in tutti gli ambienti, riducendo la visibilità e rendendo difficile l’orientamento. Ed ecco che l’impianto di rivelazione fumi si rivela un prezioso strumento contro un pericolo così insidioso.
Che cos’è e come funziona l’impianto di rivelazione fumi
L’ impianto di rivelazione fumi è un sistema di sicurezza progettato per rilevare e segnalare tempestivamente la presenza di fumo all’interno di un edificio. Il suo obiettivo principale è chiaramente quello di salvaguardare la vita delle persone presenti.
Il sistema è composto da:
- una serie di sensori che rilevano la presenza di fumo, calore o fiamma;
- una centralina di controllo che gestisce il sistema;
- un allarme che avvisa le persone presenti nell’edificio dell’eventuale pericolo.
I sensori possono essere di diversi tipi, ma i più comuni sono i sensori a ionizzazione ed i sensori ottici. Quando un sensore rileva la presenza di fumo, invia un segnale alla centralina di controllo dell’impianto, che a sua volta attiva l’allarme.
L’impianto è in grado di rilevare la presenza di fumo anche quando non è ancora visibile, il che consente di attivare l’allarme tempestivamente ed avvisare immediatamente del pericolo le persone presenti nell’ambiente, per consentire loro di abbandonare l’edificio in sicurezza.
A quali normative della legislazione italiana è sottoposto un impianto di rivelazione fumi?
In Italia, gli impianti di rivelazione fumi sono sottoposti a diverse normative e regolamenti.
Di recente emanazione è la UNI 9795:2021, Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione di allarme d’incendio – Progettazione, installazione ed esercizio”, che costituisce un accurato processo di integrazione ed aggiornamento rispetto alle normative precedenti, per consentire agli operatori specializzati di realizzare impianti più efficaci ed adeguati alle caratteristiche del luogo da proteggere.
La normativa si applica a tutte le nuove installazioni ed ampliamenti, regolando i sistemi fissi automatici di rivelazione (come appunto un impianto di rivelazione fumi) e i sistemi di segnalazione manuale d’incendio.
Come è noto, la normativa italiana prevede che gli impianti di rivelazione fumi debbano essere sottoposti a verifiche periodiche per garantire la loro efficienza e funzionalità. Queste verifiche devono essere effettuate da personale specializzato e autorizzato, seguendo la normativa UNI 11224:2019 ,che rilascia un certificato di conformità dell’impianto in caso di manutenzione straordinaria.
In sintesi, l’installazione di un impianto di rivelazione fumi è fondamentale per garantire la sicurezza di persone e proprietà in caso di incendio.
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