L’efficienza e il funzionamento dei sistemi e delle attrezzature antincendio sono requisiti essenziali per garantire la salvaguardia e la tutela delle persone, dei beni e dell’ambiente. Una corretta manutenzione dei sistemi e delle attrezzature antincendio, tra cui le reti idrante, ha un ruolo fondamentale nella garanzia del mantenimento di questi requisiti nel tempo.
L’importanza della nuova norma UNI 10779: le novità introdotte
In questo articolo avevamo già parlato di questa norma tecnica ma senza gli ultimi aggiornamenti, pubblicati il 25 marzo 2021.
Perché ne parliamo nuovamente e qual è la sua importanza? Questa norma indica tutti i requisiti costruttivi e prestazionali minimi da soddisfare nel momento in cui si progetta, installa e si mette in esercizio delle reti di idranti destinate all’alimentazione di apparecchi di erogazione antincendio.
Quali novità sono state introdotte nella nuova norma UNI 10779?
Vediamone alcune insieme.
– Introduzione del concetto di Compartimento Antincendio. In tema di prevenzione incendi, la compartimentazione è la suddivisione dell’edificio in aree delimitate e isolate. Grazie all’introduzione di tale elemento si estende così la protezione antincendio.
– Specifiche sul posizionamento degli erogatori all’aperto: la nuova norma specifica quali devono essere le distanze dall’area protetta, per soddisfare le necessità delle varie attività oggetto di impianto antincendio. Nella nuova norma è stata inoltre inserita – e chiarita – la differenza tra reti di idranti ordinarie (attività che si svolgono all’interno di edifici) e reti idranti all’aperto (attività che si svolgono all’esterno).
– Collegamento dell’erogatore: nella nuova norma si trova il riferimento al collegamento che l’erogatore della rete idranti deve avere alle rete pubblica o privata. O, in alternativa, (ma come opzione secondaria) derivato dalla stessa rete idranti prevedendo il funzionamento nello stesso momento con la protezione di capacità ordinaria.
– Pressione nominale minima dei componenti: tale pressione non deve essere minore della massima pressione di esercizio che il sistema può raggiungere e comunque non inferiore di 1,2 Mpa.
– Terminale di ripresa per i Vigili del Fuoco: viene specificato che il terminale deve costituire un elemento essenziale che non deve però mettere a repentaglio il normale funzionamento della rete antincendio.
– Idranti a muro e attrezzature: devono essere permanentemente collegate alla valvola di intercettazione.
In generale possiamo dire che le novità introdotte sono di basso impatto. Sono stati però inseriti dei chiarimenti che permettono un utilizzo più sicuro e agevole del testo normativo.
Come mantenere in efficienza l’impianto idranti
Il mantenimento delle condizioni dell’impianto è a capo del responsabile del sistema. Questa figura viene adeguatamente formata dal tecnico manutentore.
Le attrezzature devono essere mantenute in conformità, come da indicazioni della norma tecnica UNI EN 671 (la corrispettiva in lingua italiana è la norma UNI EN 671-3:2001) e libretti uso e manutenzione rilasciati dal produttore.
La norma fornisce le raccomandazioni e le istruzioni da seguire per il controllo e la manutenzione dei naspi antincendio e degli idranti a muro, al fine di garantire l’efficienza operativa per cui sono stati prodotti, forniti ed installati, cioè per assicurare un primo intervento d’emergenza di lotta contro l’incendio, in attesa del sopraggiungere di mezzi di soccorso.
La manutenzione ordinaria periodica deve essere svolta ogni 6 mesi. Annualmente deve essere eseguita la prova pressione statica e dinamica dell’intero impianto rete idranti. Ogni 5 anni le manichette idrante riposte nelle cassette dedicate devono essere sottoposte a collaudo per verificare l’assenza di forometrie e carenze di prestazione.
Tutte le operazioni devono essere documentate e conservate in apposito registro cartaceo o digitale, costantemente aggiornato e conservato a cura del responsabile del sistema.
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