I recenti fatti di cronaca in Italia hanno ribadito, qualora ce ne fosse bisogno, che la professionalità nell’antincendio deve essere non solo un obbligo di legge, ma anche un dovere morale per tutti coloro che lavorano in questo settore.
Lo scarso valore attribuito alla prevenzione incendi
Abbiamo parlato dell’incendio presso la RSA milanese la Casa per Coniugi, che è costato la vita a 6 anziani pazienti.
Al centro dell’inchiesta ci sono gli impianti di rilevazione fumi nelle stanze, guasti da un anno e mezzo.
La direzione (oggi sotto indagine) della RSA ha affisso alcuni cartelli nella struttura, per avvisare del problema ed assicurare la presenza di un addetto alle procedure antincendio per la notte.
E dunque: possono bastare pochi cartelli (quanti? affissi dove? ed erano a norma di legge? Esistono delle precise normative anche per la cartellonistica antincendio!) in una struttura enorme, con persone anziane a volte non deambulanti, che probabilmente non li avevano nemmeno notati?
Senza contare che il responsabile per la prevenzione incendi, assunto solo pochi giorni prima della tragedia, era uno solo per due strutture (la Casa dei Coniugi e l’adiacente struttura Virgilio Ferrari) con molti piani e centinaia di posti letto.
Di tutta la vicenda colpisce come, purtroppo, ancora oggi il valore attribuito alla prevenzione antincendio sia davvero basso (ma anche alla manutenzione, all’aggiornamento, alla formazione del personale etc.).
E questo sia da parte della direzione della struttura (il cliente) che dei professionisti antincendio che avrebbero dovuto monitorare il funzionamento dell’intero impianto antincendio.
L’importanza, per i professionisti antincendio, di lavorare a regola d’arte
Purtroppo nel nostro settore (come del resto in altri, altrettanto importanti per la tutela e sicurezza di persone e cose), può capitare di imbattersi in professionisti antincendio che prendono alla leggera il discorso del rigore e della necessità di essere impeccabili.
Il concetto di prevenzione incendi deve essere sostenuto sempre da un lavoro effettuato a regola d’arte da tutti gli attori coinvolti, evitando fretta ed approssimazione.
Facciamo degli esempi.
Un professionista serio e preparato non deve consegnare progetti senza applicare in tutte le sue parti la normativa antincendio.
Pertanto non si dovrà verificare (ad esempio):
- L’assenza di combinatori telefonici;
- La mancanza di rivelatori in spazi nascosti (controsoffitti, cavedi o sgabuzzini);
- Il sottodimensionamento delle targhe ottico acustiche;
- La mancanza di cartelli di segnalazione per identificare l’allarme e i punti di allarme(pulsanti, sirene);
- L’uso improprio dei rivelatori lineari di fumo;
- …
Una ditta di manutenzione, allo stesso modo, deve eseguire i controlli come da normativa, senza incappare in errori o mancanze che possono evidenziare una scarsa professionalità (nonché inficiare tutto il lavoro di controllo) come:
- Estintori con marchio di avvenuta revisione presente all’esterno, ma che non riportano i dati all’interno (saranno state eseguite tutte le verifiche del caso?);
- Test sull’impianto di rivelazione incendi che escludono le prove delle sirene per non disturbare gli occupanti (eventualità possibile quando previsto dalle procedure interne di struttura, ad esempio ospedali, RSA o scuole dell’infanzia, ma non accettabile in condizioni normali);
- Mancata segnalazione di impianti guasti e/o fuori servizio.
E non dobbiamo dimenticare la figura del RSPP, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, professionista interno o esterno che – in un’azienda o in un ente pubblico – ha il compito di verificare le situazioni di rischio per la salute dei lavoratori e di prevedere le misure per ridurre e fronteggiare tali rischi.
Ebbene, gli RSPP hanno solitamente un’ampia preparazione sul D.Lgs 81/08 che tratta degli argomenti summenzionati, ma a volte sono in difetto di preparazione in merito alla prevenzione incendi e tutto ciò ad essa connesso.
L’importanza della collaborazione da parte dei committenti, pubblici o privati
Il cliente, pubblico o privato, grande ufficio o piccola azienda, nell’ambito della progettazione degli impianti antincendio tende a cercare l’ottimizzazione di costi e tempistiche, che può significare spendere il giusto (senza costi eccessivi) e fare le cose rapidamente ma a regola d’arte.
Il più delle volte, tuttavia, significa spendere troppo poco e fare le cose troppo velocemente, poiché le ditte, per vincere le gare, abbassano i prezzi a scapito della qualità dei materiali e del lavoro. E della sicurezza finale.
Ovviamente noi riteniamo inaccettabile sia la pressione per far abbattere i costi ed i tempi sotto la soglia di sicurezza, sia il prestarsi a farlo. A cosa serve un lavoro simile?
Può capitare anche che determinate realtà, pubbliche o private, non abbiamo fondi a sufficienza per mantenere gli impianti efficienti ed efficaci (ad esempio l’applicazione della normativa UNI 11224) o per riparare eventuali danni causati dall’obsolescenza o da eventi esterni.
Oppure che le gare d’appalto vadano troppo per le lunghe, o che semplicemente ci si “dimentichi” di fare manutenzione.
Così facendo, ci si ritrova con impianti fuori servizio che non rendono sicura la struttura e ne mettono in grave pericolo gli occupanti, fino alle estreme conseguenze.
Come è successo alla RSA milanese.
I nostri consigli ed il nostro modo di lavorare
F.I.A.M.M.A. Antincendio consiglia a tutti i clienti di affidarsi a ditte e professionisti antincendio che abbiano esperienza, che dimostrino professionalità e che muovano critiche costruttive, anche a costo di perdere la commessa.
F.I.A.M.M.A. Antincendio offre ai clienti un pacchetto completo, formato da tecnici antincendio specializzati, professionisti antincendio e un direttore tecnico con vastissima esperienza in tema di antincendio e sicurezza!